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Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica “Plutôt la vie…Plutôt la ville”

Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica “Plutôt la vie…Plutôt la ville”

Accademia di Belle Arti di Bologna, giovedì 15 marzo ore 16,30

Premiazione dei vincitori 2017

Presentazione della 5.Edizione 2018

Il premio, giunto alla sua 5.Edizione, nasce nel ricordo vivo di Roberto Daolio, scomparso nel 2013, e della sua sensibilità di curatore e critico nel riconoscere e coltivare i segni del nuovo.

Col suo appassionato lavoro di docente all’Accademia di Belle Arti, Roberto Daolio a partire dagli anni ’70 ha contribuito a far crescere moltissimi artisti, a promuoverli, a farli riconoscere nel sistema dell’arte e, infine, ha concentrato gran parte del suo impegno in Accademia nell’ambito della Public Art, privilegiandola come pratica formativa di lettura ed intervento negli spazi pubblici non deputati all’arte. Alla volontà della famiglia di offrire a un giovane artista studente dell’Accademia una generosa borsa di studio, si è unita quella di Little Constellation della Repubblica di San Marino – il network internazionale col quale Roberto Daolio ha collaborato negli ultimi anni – arricchendo il Premio con una residenza d’artista in Islanda.

I vincitori 2017. Anche per l’edizione 2017 il Bando ha voluto collegarsi con la realtà urbana in trasformazione di Bologna e per questo si è avvalso della collaborazione dell’Urban Center Bologna.

Gli allievi dell’Accademia hanno presentato dei progetti d’intervento nel contesto urbano della nostra città in relazione con alcuni dei progetti urbanistici in atto in vari quartieri. Due giovani artisti, i cui progetti sono stati selezionati dalla giuria come vincitori, verranno premiati giovedì 15 marzo alle ore 16.30 nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti (in via Belle Arti, 54).

Al primo posto Made in Train di Victor Fotso Nyie per l’originalità e la freschezza nel riuscire a coniugare un momento intimo del proprio quotidiano “fare arte”, durante l’abituale tragitto in treno, e per la poeticità che da questo suo gesto intimo e automatico del “plasmare” è capace di effondersi, temporaneamente, alla strada e ad alcuni luoghi di Bologna.

Al secondo posto il progetto Camminare insieme di Miriam Del Seppia per la riflessione-azione su una pratica consueta di avvicinamento ed esperienza della città moderna come una passeggiata “consapevole e meditata”, che in questo caso diventa anche traccia colorata dell’incontro di molti pensieri.

Al primo classificato andrà il premio in denaro offerto dalla famiglia, alla seconda una residenza di due settimane presso il centro SÍM Residency di Reykjavik per un’esperienza di crescita culturale ed artistica grazie allo scambio con altri artisti e con curatori del network /little constellation/ arte contemporanea nelle micro aree geo-culturali e piccoli Stati d’Europa.

La nuova edizione 2018. Questo incontro sarà un’occasione speciale per ricordare Roberto Daolio, per raccontare l’esperienza dei vincitori dello scorso anno, e per presentare la prossima edizione 2018 del Premio: che cos’è il Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica “Plutôt la vie…Plutôt la ville”, che cosa offre, che cosa richiede, come partecipare.

Per “nutrire”, anche e soprattutto metodologicamente, i nuovi progetti degli allievi che concorreranno al Premio si terranno da marzo a maggio una serie di workshop propedeutici alla progettazione negli spazi pubblici, condotti da Leone Contini, Stefano Boccalini, Nico Dockx, Dörte Meyer; e un progrmma di incontri con artisti attivi nel campo dell’arte pubblica nazionale, quali Gian Maria Tosatti, Alberto Garutti, Andrea Masu…

In collaborazione con il MAMbo-Museo di Arte Moderna di Bologna e in dialogo con la mostra “Roberto Daolio. Vita e incontri di un critico d’arte attraverso una collezione non intenzionale” avranno luogo delle “visite guidate” da parte di alcuni artisti presenti nella collezione, che si concluderanno il 3 maggio con una giornata di studio dedicata alla figura e all’insegnamento di Roberto Daolio. La giornata sarà articolata in due fasi: al mattino in Accademia proiezione di materiali documentari, interventi e testimonianze di numerosi artisti che hanno alimentato e arricchito la propria ricerca attraverso il dialogo con Roberto Daolio; al MaMbo nel pomeriggio ‘Esercizi di stile’, denominazione prescelta per uno dei moduli formativi del progetto di collaborazione sottoscritto nel 2106 dall’Accademia di Belle Arti di Bologna e dal museo, che vedrà alcuni studenti dell’Accademia intervenire con performance a partire dalle opere della collezione donata al MAMbo dalla famiglia Daolio.

Saranno presenti, insieme al Direttore dell’Accademia Enrico Fornaroli e alla famiglia di Roberto Daolio

I vincitori dell’edizione 2016 Flavio Pacino e Alena Tonelli

I membri della commissione Alessandra Andrini, Maria Rita Bentini, Elisa Del Prete, Gino Gianuizzi, Rita Canarezza & Pier Paolo Coro per il network Little Constellation, Eva Marisaldi, Roberto Pinto, Mili Romano.

Plutôt la Vie… Plutôt la Ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica

2_plv_invito_web_Pagina_1Mercoledì 15 marzo nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti nel corso di un incontro aperto al pubblico si svolgerà l’evento di consegna del Premio e verrà presentato il volume che testimonia la seconda (2015) e la terza (2016) edizione di Plutôt la Vie… Plutôt la Ville, il premio istituito dalla famiglia Daolio insieme con il network Little Constellation e con l’Accademia di Belle Arti di Bologna per dare seguito al lavoro portato avanti per lunghi anni da Roberto Daolio fuori e dentro l’Accademia.
Il premio offre agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna uno stimolo allo sviluppo della ricerca e della pratica artistica contemporanea nel contesto pubblico nel suo più ampio agire sociale, politico, estetico e teorico.

viva voce

Il Premio: 2015, 2016, 2017
Nel corso dell’incontro Barbara Baroncini, Laura Bisotti, Simona Paladino, Gabriella Presutto, vincitrici del premio Daolio 2015, racconteranno come il progetto premiato, Viva Voce, è stato realizzato alla Croce del Biacco, nella periferia nord-est di Bologna, mentre Mimì Enna parlerà della sua esperienza in Islanda, grazie al premio destinato ad una residenza artistica del network Little Constellation. Saranno poi premiati i vincitori della terza edizione 2016: Flavio Pacino riceverà il premio in denaro messo a disposizione dalla famiglia Daolio; Alena Tonelli avrà l’opportunità di una residenza in Islanda nel prossimo mese di maggio.
Nell’occasione verrà anche lanciato il bando per la nuova edizione del premio, aperto a tutti gli studenti iscritti e neodiplomati dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

 

mimì enna

 

Il libro
Il libro Plutôt la Vie… Plutôt la Ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica, a cura di Maria Rita Bentini, Gino Gianuizzi, Mili Romano, edito da Fausto Lupetti col sostegno dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, raccoglie contributi di Renato Barilli, Alessandra Tesi, Roberto Pinto, Mili Romano, insieme ai progetti e alla documentazione dei vincitori della seconda e della terza edizione, così come materiali relativi ai worshop tenuti in questi due anni per alimentare la ricerca sull’arte pubblica in Accademia con nuove coordinate internazionali, grazie a M+M ((Marc Weis e Martin De Mattia), Dörte Meyer, Claudia Losi, Wolfgang Weileder.
Il volume, 152 pagine, bilingue (italiano/inglese), riccamente illustrato, si è avvalso del contributo di Riccardo Vanni per la grafica e di Federica Cimatti per l’editing.

flavio pacino

L’incontro
Sarà una occasione di incontro e di scambio di informazioni, uno scorcio di pomeriggio in cui si parlerà non solo del libro e del premio ma dei nuovi progetti che si muovono intorno alla figura di Roberto Daolio, dalla ricerca coordinata da Roberto Pinto che vede Davide Da Pieve, Lara De Lena e Caterina Sinigaglia, studenti iscritti alla Scuola di Specializzazione in Beni Storici Artistici dell’Università di Bologna impegnati nell’opera di archiviazione e di studio del lavoro di Roberto Daolio, che sfocerà nella pubblicazione di una raccolta di testi; alla donazione della collezione di opere d’arte possedute da Roberto, per la maggior parte costituita da pezzi regalati dagli stessi artisti nel corso degli anni, che il fratello Stefano e il compagno Antonio Pascarella hanno voluto destinare al MAMbo, qui rappresentato da Uliana Zanetti.

alena tonelli 1

La commissione darà infine comunicazione dei prossimi appuntamenti: per indagare e approfondire criticamente il tema dell’arte pubblica e per fornire agli studenti strumenti di lavoro e conoscenza di esperienze in atto, è stato definito un programma di lectures e workshop condotti da artisti internazionali, inseriti nel programma Dalla rappresentazione all’azione. Arte e contesto pubblico (esperienze, metodi e pratiche di progettazione artistica nello spazio pubblico).
La partecipazione agli incontri e ai workshop è vivamente consigliata a quanti vogliano concorrere al Premio.

Viva Voce

vivavoce_flyer_pagina_2Viva Voce
Domenica 27 novembre 2016 ore 14:30
Piazza dei Colori, Bolognaun progetto di Barbara Baroncini, Laura Bisotti, Simona Paladino, Gabriella Presutto

Viva Voce è una performance artistica collettiva per riunire le voci delle persone che frequentano e vivono Piazza dei Colori, all’interno dell’area della Croce del Biacco, nella periferia nord-est di Bologna. È un invito aperto anche a tutti coloro che vogliono conoscere questa zona della città, condividere il progetto e farne parte.
Domenica 27 novembre alle ore 14:30, ogni persona è invitata a portare la propria sedia, a prendere posto nello spazio pubblico, ad alzarsi in piedi ed emettere la voce.
Ogni persona che si alza è una voce che si aggiunge. Ogni voce è una dichiarazione di presenza, portatrice di un messaggio, trasportato di fiato in fiato sino a riempire la piazza. Una molteplicità di voci e pensieri che diventa, nella coralità, un linguaggio condiviso.
I partecipanti sono chiamati a reinterpretare pochi gesti semplici, il cui significato è frutto di un percorso di incontri tra le artiste, ideatrici del progetto, e le persone che gravitano attorno a Piazza dei Colori. Intorno a questo luogo si addensa un contesto eterogeneo e complesso, stratificato in tante realtà associative
e numerosi gruppi sociali che abitano la piazza e ne attraversano gli spazi, anche solo temporaneamente. A loro è stato chiesto di riempire di significato quel suono pronunciato ad alta voce, aprendo uno spazio di negoziazione e condivisione dei contenuti per dare insieme un’identità alle voci, renderle vive nella piazza.

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Il progetto è vincitore della seconda edizione del premio Plutôt la vie…plutôt la ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica 2015.
Il Premio, istituito dalla Famiglia Daolio e dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in collaborazione con il Network Little Constellation di San Marino, è un riconoscimento in ricordo di Roberto Daolio, della sua sensibilità di curatore e critico in ambito nazionale e internazionale e del suo appassionato lavoro di docente nell’Accademia bolognese.

In collaborazione con:
Ass. Angolo B, Ass. Arti & Restauro Onlus, Ass. Coro Stelutis, Ass. Mattei Martelli, Ass. MakeinBo, Ass. Teatrino a due pollici, Cantieri Meticci, Centro giovanile Mattei Martelli La Saletta, Centro sociale Croce del Biacco, Centro di Cultura Islamica, Cooperativa Sociale Onlus CEMI, SUMs architects.

MOMENT MONUMENT A22 Munchen-Bologna M+M. Marc Weis e Martin de Mattia

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Plutôt la vie… plutôt la ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica

MOMENT MONUMENT

A22 Munchen-Bologna 

M+M. Marc Weis e Martin de Mattia

A un mese dalla conclusione della seconda edizione del Premio con la designazione dei vincitori, prende avvio il percorso che accompagnerà questa nuova edizione. 

Guardando alla necessità di fornire agli studenti strumenti utili a sostenere la progettualità legata all’arte pubblica e con l’obiettivo di accrescere le coordinate internazionali del premio abbiamo programmato una serie di incontri con artisti che presenteranno il loro lavoro e terranno brevi workshop intensivi facendo di Plutôt la vie… plutôt la ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica un importante momento di formazione nell’ambito delle ricerche artistiche che indagano lo spazio pubblico.

Il primo appuntamento è fissato per giovedì 10 e venerdì 11dicembre.

A tenere il workshop saranno M+M. Marc Weis e Martin De Mattia, artisti con base a Monaco di Baviera il cui lavoro spazia dalla fotografia, all’installazione, al video.

www.mm-art.de

Marc Weis e Martin De Mattia hanno avuto l’opportunità di conoscere e di collaborare anche in qualità di docenti con Roberto Daolio, in particolare per la mostra Oltre il giardino, Rimini 2002, con venti giovani artisti provenienti dall’Accademia delle Belle Arti di Bologna e dall’Accademia di Arti Figurative di Monaco.

Il calendario del workshop prevede:

Giovedì 10

mattina: ore 11 – 13 Aula Magna 

Conferenza pubblica aperta di M+M: un racconto della loro identità e un attraversamento della loro multiforme produzione artistica.

pomeriggio: ore 14-19

Una breve sessione di approfondimento in cui si analizzano due opere realizzate nel contesto pubblico mettendo in evidenza il metodo seguito per la progettazione, i problemi incontrati, le strategie utilizzate per risolverli, gli errori e ogni altro elemento che possa essere utile all’approccio e alla conoscenza del lavoro.

Immediatamente dopo questo momento di approfondimento gli artisti solleciteranno i partecipanti al workshop a concettualizzare un proprio progetto per lo spazio pubblico di Bologna, seguendo comunque la propria personale visione. In questa fase si tratterà sostanzialmente di una discussione libera su temi che si impongono all’attenzione e luoghi di particolare interesse, in modo tale da preparare il substrato necessario per definire una direzione per il proprio progetto individuale  che – sebbene in forma virtuale – sarà il compito che ogni studente dovrà affrontare nella seconda giornata di lavoro.

Venerdì 11

mattina: ore 10-13

pomeriggio: ore 14-19

A partire dalla mattina riprendono i lavori del workshop in cui gli studenti elaborano per passaggi successivi – ognuno per se, o in piccoli gruppi – i progetti che sono stati stimolati dalla discussione del giorno precedente. Tutto il processo di lavoro viene supervisionato da M+M e alla fine del workshop ad ogni singolo studente o gruppo è richiesto di presentare e di sostenere il suo progetto davanti a tutti i partecipanti al workshop, come se si trattasse di un contest. Nel corso della giornata è prevista anche la possibilità di una passeggiata attraverso la città.

CUORE DI PIETRA

CUORE DI PIETRA
Un progetto di Public Art a Pianoro
a cura di Mili Romano
in collaborazione con il Comune di Pianoro

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Ormai dal 2005, anno di inizio di Cuore di pietra, Pianoro è uno spazio di sperimentazione e un laboratorio collaudato di arte partecipativa, cresciuto e maturato nei tempi lunghi di interventi artistici che prevedono la pressoché continua collaborazione degli artisti con le varie realtà presenti in paese. E dal centro del paese, investito da un radicale recente ridisegno urbanistico dal quale, come molti sanno, il progetto di arte pubblica è stato innescato, fino alle aree verdi, la Biblioteca e i giardini, è possibile ripercorrere la sua storia attraverso un percorso permanente di opere d’arte che trovano un “senso” forte proprio nel riconoscimento, in esse, di una memoria attiva e collettiva, che si è trasformata in modo del tutto naturale, soprattutto per chi ha partecipato alla sua costruzione, in una identità più forte dei luoghi e della comunità.

Le aree d’azione e i temi sui quali Cuore di pietra quest’anno si è concentrato sono il lavoro, la memoria del territorio produttivo, il rispetto dell’ambiente e della natura e la sostenibilità, affrontati senza enfasi, assegnandoci e chiedendo un esercizio quasi quotidiano di “apprendimento ad ascoltare e a vedere”. Così ci avviciniamo alla natura, ai suoi ritmi, cercando di apprendere da essa e di formare al suo rispetto, attraverso gli interventi di Daniele Pario Perra che ha collaborato con una classe della Scuola Media, e di Emilio Fantin con un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti e con alcuni soci dell’orto-giardino sinergico e biodinamico. Con la stessa tranquilla disponibilità a tessere una trama di relazioni e narrazioni calde e “affettuose” ci si è accostati alla realtà dei capannoni industriali e del lavoro chiedendo di “condividere” il progetto permettendo ai linguaggi e modalità dell’arte di poter entrare in dialogo con tempi e modalità della produzione in uno scambio diretto e generoso. E’ questo che è avvenuto con i vari interventi che proprio nella zona artigianale hanno da qualche mese ormai il loro fulcro vitale: Rita Correddu, in collaborazione con Michele Braga, registrando il battito cardiaco dei lavoratori e i rumori delle aziende, ha composto una musica che risuonerà in un’unica armonica sinfonia da Pianoro a Pianoro Vecchio a Rastignano; Giovanna Caimmi ci rimanda il respiro della produzione in una video- suggestione; Anna Rossi, raccogliendo materiali e scarti di produzione identificativi delle varie ditte li ha stravolti fiabescamente trasformandoli in fantastiche apparizioni che, in grandi cartelloni che segnalano la zona artigianale, costruiscono un catalogo collettivo in divenire del Made in Pianoro; Laura Bisotti e Simona Paladino hanno percorso il paese dal centro alle aree industriali seguendo il filo delle narrazioni e dei ricordi dei lavoratori delle aziende del territorio e costruendo una mappa fatta dei frammenti di racconti e delle memorie del territorio produttivo. La passeggiata partirà quest’anno dal Museo di arti e mestieri, in via del Gualando 2, e continuerà, dopo una sosta all’Orto-giardino, nell’area artigianale ed industriale che rappresenta la seconda, fondamentale, tappa della passeggiata che si concluderà, dopo aver attraversato il parco del Ginepreto, nell’area antistante la Biblioteca Silvio Mucini, sul cui prato sin dal pomeriggio, e in collaborazione con Nosadella.due – Independent Residency for Public Art, è ospite il grande e morbido Cuddly di Iza Rutkowska, l’enorme orsacchiotto che, partito dalle strade di Varsavia in dialogo con i monumenti, è itinerante adesso fra il centro e le aree metropolitane di Bologna. Nel corso dell’annuale workshop Dalla rappresentazione all’azione. Laboratorio teorico/pratico sulla Public art: esperienze, metodi e pratiche di progettazione artistica nello spazio pubblico che si propone ormai da anni di far misurare i giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti con pratiche di relazione e con la realizzazione di interventi contestuali, sono stati selezionati i lavori di: Alessandra Carta, Jiang Guoyin, Francesca Acerbi, Barbara Lupo e Rose Rodriguez, Tao Yi e Sun Lian, Zhang Luo, Zhu Ying Ying, Jiang Mingzhe, Gabriella Presutto, Natalja Trjbalova, Alice Zacchi.

CUORE DI PIETRA 2014
(HEART OF STONE 2014)
Curated by Mili Romano

Started in 2005, Cuore di Pietra is an ongoing experimental workshop in participatory art. It has grown over the years with several long-term projects by artists, in which they continuously engage with the town and all its various realities. The public art of Cuore di Pietra starts in the centre of town, at the site of a recent radical urban redesign (which was the starting point for the whole project), and continues out to the green areas, the Library and the park. The permanent artworks draw a path over the town: each one with a strong link to the active and collective memory specific to that place. These memories have naturally evolved into an stronger collective and local identity.
This year, Cuore di Pietra focuses on the following themes: work; the history of the industrial landscape; and environmentalism. The focus is not strictly related to these subjects: rather, it is an exercise in “learning to see and hear”. Therefore we get closer to nature and its rhythms; trying to learn from and respect it, in the artworks of Daniele Pario Perra, who collaborated with a class in the Scuola Media; and of Emilio Fantin with a group of students of the Accademia di Belle Arti and with members of the synergic and biodynamic garden-orchard.
In the same frame of mind, that of learning and interacting and creating a warm and “affectionate” web of connections, we approach the industrial area of factories and warehouses. The artists ask to “share” the project with the industrial area, starting a dialogue between the language of art and the rhythms and methods of industrial production. The artists have been working in the factory area for the past few months: Rita Correddu, in collaboration with Michele Braga, records the heartbeat of the factories and their workers, composing the result in a symphony that will play from Pianoro to Pianoro Vecchio to Rastignano. Giovanna Caimmi, through a video, reminds of the breath of production. Anna Rossi, collecting factory cast-offs from various companies, rearranges them into story-like apparitions that are reproduced on billboards through the industrial area, creating a sort of collective catalog of everything Made in Pianoro. Laura Bisotti and Simona Paladino have crossed the town from the centre to the industrial area, following the trail of local narratives and fragments of memory, creating a map out of the area’s tales.
This year, the Cuore di Pietra walk will start from the Museo di Arti e Mestieri, in Via del Gualando 2, and will continue through the garden-orchard to the craft and industrial area, then through the Parco del Ginepreto to the lawn in front of the Biblioteca Silvio Mucini, where the giant Cuddly by Iza Rutkowska, which has travelled to Bologna all the way from Warsaw, has been installed in collaboration with Nosadella.due – Independent Residency for Public Art.
The annual workshop “From representation to action: Theory/Practice Workshop on Public Art. Experiences, practice and methods for designing in public space” continues to provide young artists of the Accademia with a real example of public and site-specific art. This year the projects selected are by: Francesca Acerbi, Alessandra Carta, Jiang Guoyin, Barbara Lupo e Rose Rodriguez, Tao Yi e Sun Lian, Zhang Luo, Zhu Ying Ying, Jiang Mingzhe, Gabriella Presutto, Natalja Trjbalova, Alice Zacchi.

 

laboratòrio_014

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laboratòrio_014

laboratòrio_014 è un progetto collaborativo e conviviale, un luogo dove si incontrano si incrociano e si sovrappongono competenze molteplici portate da persone diverse per formazione e per cultura accomunate dalla disponibilità e dall’interesse a interferire e collaborare fra di loro e a mettersi a disposizione attivando workshop e lectures, incontri e seminari, lezioni, conversazioni e passeggiate, e osservazioni, silenzi…
laboratòrio è un modello di lavoro che distribuisce i pesi sui vari operatori coinvolti e che si allontana da una idea materiale d’arte – quindi dalla galleria come sua piattaforma – privilegiando lo scambio di conoscenze immateriale e in continuo flusso.
L’idea di attivare il progetto laboratòrio nasce da un lato dall’esperienza di lavoro maturata nel corso di trenta anni, in cui neon e poi neon>campobase sono stati i luoghi in cui sperimentare un programma di ricerca continuamente sollecitato dalla curiosità e dalla apertura a raccogliere e a elaborare nuovi stimoli; e dall’altro dalla scelta di vita che dieci anni fa mi ha portato qui tra le colline intorno a Savigno, un piccolo centro nella alta valle del Samoggia, a una trentina di chilometri di distanza da Bologna, dove vivo in una casa isolata con stalla e fienile e molto spazio a disposizione.

Il progetto laboratòrio nasce e si innesta in questo luogo e in questo paesaggio interno ed esterno, mentale e fisico: quando l’isolamento della stagione invernale si stempera a primavera e va incontro all’estate, la casa richiede la presenza di voci nuove e si apre alla condivisione di esperienze.

La casa dispone di spazi per ospitare i partecipanti; uno spazio di lavoro collettivo è ricavato in quella che era la stalla e al di sopra di questa c’è ancora un grande spazio coperto nel fienile; e tutto lo spazio all’aperto, intorno. è attivo un collegamento adsl wireless.

Il programma di questa stagione di laboratòrio intende avviare un percorso di riflessione, di analisi, di ricerca, di esplorazione, di sperimentazione, di conoscenza, di immersione, di indagine, di intervento sul paesaggio, inteso nella più ampia accezione di paesaggio come contesto naturale, come ambiente, come territorio, come spazio di vita e di consapevolezza, come luogo della responsabilità condivisa, come ‘bene comune’, come luogo di relazione, come terreno per la sperimentazione di pratiche di vita, come laboratorio di ricerca e di verifica, come terreno per interventi artistici e per esplorazioni diverse, come terreno di gioco…

laboratòrio_014 avvierà le sue attività nel mese di luglio per proseguire fino al mese di novembre.
Il calendario è da costruire insieme in base all’interesse di tutte le persone coinvolte, tutor e partecipanti a ogni laboratòrio. Gli incontri si terranno nei fine settimana: il programma standard inizia il venerdì sera o il sabato mattina e termina la domenica sera.
La quota di partecipazione individuale è fissata in 100,00 euro che includono le spese di vitto e alloggio (in alternativa sono possibili sistemazioni in bed&breakfast in zona).

Interverranno a laboratòrio_014 artisti, ricercatori, studiosi che agiscono in diversi campi della conoscenza:
Paola Bonora (professore ordinario di Geografia e di Comunicazione e territorio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna);
Barbara Fässler (artista, critico, docente di arti visive presso Scuola Svizzera di Milano);
Giancarlo Norese (artista, docente presso Accademia di Belle Arti di Brera, Arizona State University);
Amedeo Martegani (artista, bibliofilo, editore);
Paolo Parisi (artista, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze) e Regan Wheat (artista, già director Washington University Of st. Louis e drawing professor);
John Duncan (artista visivo e musicista, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna);
Bruno Muzzolini (artista, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera);
Emilio Fantin (artista, docente presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano);
Wolfgang Weileder (artista, docente di Contemporary Sculpture presso Newcastle University);
Pani Galeazzi (Psicologa e Psicoterapeuta);
Anna Lambertini (architetto e paesaggista, membro di Studio Limes Architettura del Paesaggio);
Cuoghi Corsello (artisti e ricercatori);
Teresa Guerra (botanica, Fondazione Villa Ghigi);
Giovanni Lami (musicista, ricercatore, soundscape artist);
Monica Rimondi (danzatrice e coreografa, direttrice dell’Associazione centro studi Spaziodanza) e Camilla Casadei Maldini (architetto e danzatrice);
Stefano Saviotti (maestro di TaiJi Quan e Qi Gong, presidente dell’associazione RuYi);
Nathaniel Katz e Valentina Curandi (artisti);
Paola Cominato (Psicologa spec. Psicoterapie Espressive, Arte Terapeuta, PGD Art Psychotherapy, artista);
Dörte Meyer (artista, docente presso la Universität der Künste, Berlin)

La partecipazione alle attività promosse da laboratòrio non è riservata esclusivamente ad artisti ma è libera e non è soggetta a selezioni o a presentazione di dossier e curriculum.
Chiunque sia interessato al progetto è invitato a contattare laboratòrio_014 inviando un’e-mail a laboratorio.neon@gmail.com

Ogni laboratòrio raggiungerà l’autosufficienza con le quote di partecipazione.
Il numero di partecipanti a ogni laboratòrio può variare fra un minimo di cinque e un massimo di dieci.
Ogni singolo programma si svolgerà solo al raggiungimento della soglia minima di iscritti necessaria a garantirne la sostenibilità economica.

 

Altre mappe a cura di Mili Romano_Accademia di Belle Arti di Bologna e Urban Center Bologna

Dal 22 maggio al 15 giugno 2014 Urban Center ospiterà la mostra “Altre mappe” a cura di Mili Romano promossa in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna e Urban Center Bologna.

L’inaugurazione della mostra è in programma mercoledì 21 maggio alle ore 18.00. Ingresso libero.

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“Altre mappe” è un percorso di interventi artistici che dalla sala Atelier si estenderà e dialogherà anche con gli altri spazi di Urban Center Bologna. Si tratta del risultato di una selezione dei lavori, sul filo del mapping urbano, realizzati nel corso degli ultimi tre anni del workshop “Dalla rappresentazione all’azione. Laboratorio teorico/pratico sulla Public art (esperienze, metodi e pratiche di progettazione artistica nello spazio pubblico)” tenuto da Mili Romano all’interno del corso di Antropologia culturale all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il workshop è un invito ai giovani artisti a farsi “Flâneur”, passeggiatori nella città con orecchie ed occhi ben aperti, videocamera, macchina fotografica, taccuino e quant’altro ciascuno ritenga utile per attivare lo sguardo, educarlo e sottometterlo ad un continuo “training”.

 Gli artisti in mostra sono: Giorgia Addazzio, Barbara Baroncini, Laura Bisotti e Simona Paladino, Alisia Cruciani, Francesco Cau, Sara Giovacchini, Holly Heuser, Silvia Iuorio, Martina Marino, Valeria Talamonti, Martina Trabucco, Giulia Vallese, Maura Vanzo.

Da qualche anno, nel corso del workshop Dalla rappresentazione all’azione. Laboratorio teorico/pratico sulla Public art: esperienze, metodi e pratiche di progettazione artistica nello spazio pubblico che tengo all’interno del corso di Antropologia culturale all’Accademia di Belle Arti di Bologna, invito i giovani artisti ad una passeggiata  con occhi ed orecchie ben aperti, videocamera, macchina fotografica, taccuino e quant’altro ciascuno ritenga utile per attivare lo sguardo, educarlo e sottometterlo ad un continuo “training”. Dalle molteplici passeggiate, “metodo” imprescindibile che sta alla base di ogni progetto di public art, sono nate anche queste mappe che colgono della città quei flussi affettivi e quei rituali quotidiani che attraversando con libertà degli strumenti della sociologia e dell’antropologia,  con levità, vogliono far emergere i percorsi emozionali che affiorano dietro gli ordinari spostamenti nella città, fra passato e presente, e odori, musiche, narrazioni, suoni, rumori, frammenti di architetture e griglie urbanistiche, aree verdi, centro, aree periferiche e nuove aree metropolitane. Queste mappe “altre”, dai linguaggi e tecniche più diversi, che vanno dal video (Giorgia Addazio con Martina Trabucco, Alisia Cruciani, Francesco Cau, Sara Giovacchini) alla fotografia (Martina Trabucco, Valeria Talamonti), dalla narrazione (Silvia Iuorio, Giulia Vallese) al sound (Maura Vanzo) e all’illustrazione (Martina Marin), al web che invita ad una giocosa interazione (Holly Heuser) fino all’ azione più partecipativa realizzata con la collaborazione della Biblioteca Sala Borsa  (Laura Bisotti con  Simona Paladino) e all’azione più concettuale ed installativa (Barbara Baroncini), intrufolandosi nella  mostra permanente dell’Urban Center, sono, in aperta sinergia con le strade e i quartieri di Bologna,  un invito a guardarsi intorno e a vivere la città con uno sguardo rinnovato. Due sono, da sempre, per il workshop, gli spunti  iniziali dai quali si parte: il flâneur, figura chiave, da Baudelaire ad oggi, della città contemporanea: colui che a forza di gambe la percorre in lungo e in largo, con curiosità insaziabile e sguardo acuto, pronto a tutto cogliere  e per il quale le strade rappresentano un continuo stimolo alla creazione, e, attraverso la passeggiata come metodo di avvicinamento e di esplorazione, il progressivo aprirsi ad una mappatura affettiva  che dalla  secentesca “Carte du pays de tendre” di Madeleine De Scudéry, arriva, attraverso la rilettura che ne fanno i surrealisti, Guy Debord e i situazionisti con la psicogeografia, fino ai molti artisti che  dalla Land art ad Annette Messanger e Sophie Calle  tentano, stabilendo un principio di reciprocità fra motion ed emotion, di disegnare attraverso i quotidiani andirivieni un paesaggio caldo ed affettivo. Per questa geografia delle emozioni un bel libro di riferimento è stato quello di Giuliana Bruno Atlante delle emozioni. Alcune delle nostre mappe sono entrate a far parte  del  geoblog “Percorsi emotivi” (www.percorsi-emotivi.com) attivo con successo per qualche anno e nel quale una sezione era dedicata proprio all’attività degli studenti dell’Accademia impegnati nel nostro workshop. Georges Perec, negli anni ’70, in Tentativo di esaurimento di un luogo parigino,  per  tre giorni si posiziona sempre nello stesso posto in una piazza di Parigi che diventa il suo punto di osservazione, e annota tutto ciò che il suo occhio vede: persone, macchine, autobus, animali, nuvole, impercettibili variazioni del tempo e della luce, cose all’apparenza insignificanti ma che costituiscono la vita di una città, il suo carattere e la sua anima: “Molte, se non la maggioranza, di queste cose sono state descritte, inventariate, fotografate, raccontate o segnalate. Il mio proposito nelle pagine che seguono è stato piuttosto di descrivere il resto: quello che generalmente non si nota, quello che non si osserva, quello che non ha importanza: quello che succede quando non succede nulla, se non lo scorrere del tempo, delle persone, delle auto e delle nuvole”. Ogni tentativo di esaurimento di un luogo è impossibile dunque e la città ci sfugge sempre. Ogni tentativo di cogliere a pieno quel serbatoio inesauribile e in cambiamento continuo  è destinato ad essere un consapevole, lento e paziente “imparare a vedere”.

Spazio pubblico e città contemporanea

Spazio pubblico e città contemporanea

martedì 29 aprile dalle ore 15.00 alle ore 18.00 / Aula Arcangeli, Pinacoteca Nazionale, via Belle Arti 56, Bologna

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Lo spazio pubblico è stato per troppo tempo negletto, relegato com’era ad elemento residuale della progettazione urbana. Spesso il suo essere di tutti ha significato il suo essere di nessuno, favorendo fenomeni di abbandono e degrado, non solo d’uso ma anche, e a volte soprattutto, di significato.
Si assiste oggi ad un rinnovato interesse per questo fondamentale elemento di qualità urbana, grazie spesso ad istanze spontanee di riappropriazione da parte di associazioni e gruppi di cittadini ed utenti, a testimoniare come l’esigenza di un nuovo rapporto con lo spazio pubblico sia fortemente sentita. Ciò ha comportato una nuova stagione di studio, proposta e progetto dello stesso, fino ad arrivare alla realizzazione di interventi significativi, con importanti ricadute sulla percezione dell’intera compagine urbana. Il New Design Center e la cattedra di Urban Design presso il corso di Design di Prodotto dell’Accademia di Belle Arti di Bologna organizzano una conferenza per riflettere sulle trasformazioni dello spazio pubblico nella città contemporanea e coglierne tendenze, pulsioni ed esperienze.

Ne parleranno:
Patrizia Gabellini – Architetto, Assessore all’Urbanistica del Comune di Bologna
Luisa Bravo – Ingegnere edile, Dottore di ricerca presso il Dipartimento di Architettura, Università di Bologna, Presidente dell’Associazione “City Space Architecture”
Gino Gianuizzi – Docente di Progettazione interventi urbani e territoriali, Accademia di Belle Arti di Bologna
Anna Lambertini – Architetto e paesaggista, Docente presso il Master in Paesaggistica dell’Università degli Studi di Firenze
Giacomo Beccari, Gaia Calamosca, Alessandro Miti – Architetti, fondatori dello studio Ciclostile Architettura
Moderano e introducono il tema:
Egidio Lomi, Architetto, docente di Product Design, Accademia di Belle Arti di Bologna, New Design Center
Pierluigi Molteni, Architetto, docente di Urban design, Accademia di Belle Arti di Bologna